Cos'è non recidere forbice quel volto?

Non Recidere Forbice Quel Volto: Comprensione del Concetto

L'espressione "Non recidere forbice quel volto" è una citazione tratta dalla poesia "Addio, poesia" di Salvatore Quasimodo. Essa rappresenta un invito a non deturpare, a non cancellare, a non alterare la bellezza e l'identità di un volto, sia esso un volto fisico o metaforico. Implica una profonda rispetto per l'individualità e l'importanza di preservare l'integrità di ciò che è originale e autentico.

Il concetto centrale ruota attorno all'idea che l'azione di "recidere" con le "forbici" simboleggia un atto di violenza distruttiva nei confronti dell'essenza di qualcosa o qualcuno. Questo atto può essere interpretato a diversi livelli:

  • Estetica: Evita di alterare la bellezza naturale con interventi invasivi o artificiali.
  • Identità: Rispetta e preserva l'identità e le caratteristiche uniche di una persona, evitando di manipolarla o cambiarla per conformarsi a standard esterni.
  • Memoria: Non cancellare il passato, non dimenticare le esperienze che hanno plasmato un individuo o una comunità.
  • Espressione Artistica: Non censurare o distorcere l'arte e la creatività, lasciando che si esprimano liberamente.

Quindi, "Non recidere forbice quel volto" è un monito contro la distruzione, la manipolazione e la perdita di autenticità. È un'esortazione a proteggere la bellezza, l'individualità e la memoria. In sostanza, si tratta di un'affermazione di rispetto e apprezzamento per ciò che è genuino e unico. Il termine "forbice" in questo contesto è la rappresentazione fisica dell'atto distruttivo. Il "volto" rappresenta invece l'identità o la bellezza che si vuole preservare. L'atto di "recidere" è l'azione che porta alla distruzione o all'alterazione. E infine il "non" è la negazione di compiere l'atto distruttivo.